Guy De Maupassant

"Il Viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno."

lunedì 30 aprile 2018

Hiroshima e Nagasaki


Se la Germania è caduta, il Giappone continua ancora a combattere. Tra il 1943 e il 1945 l'esercito statunitense ha riconquistato palmo a palmo posizioni, fino a rimettere piede nelle Filippine nel luglio del 1945. Ma la resistenza giapponese continua, affidata anche alle azioni dei kamikaze, aviatori suicidi che si lanciano con i loro aerei carichi di esplosivo contro le navi statunitensi. Dopo la morte di Roosevelt, avvenuta il 12 aprile del 1945, presidente degli Stati Uniti è diventato Harry Truman (1945-53). Dal giorno precedente gli scienziati che lavorano per il governo statunitense hanno messo a punto una nuova arma di inusitata potenza. Truman decide di usarla contro il Giappone per chiudere una guerra che potrebbe costare ancora troppe vite umane agli Stati Uniti. La nuova arma ovvero una bomba atomica viene sganciata il 6 agosto del 1945 sulla città giapponese di Hiroshima, tre giorni dopo (ovvero il 9 agosto 1945) un attacco analogo viene compiuto contro la città di Nagasaki. Gli effetti delle due bombe sono inenarrabili. Le due città sono distrutte e i morti sono 100.000 a Hiroshima e 60.000 a Nagasaki; chi resta in vita subisce ferite e deturpazioni di una gravità mai vista, e soffrire a lungo negli anni seguenti per effetto delle radiazioni atomiche che l'hanno contaminato. Intanto l'8 agosto anche l'Urss ha dichiarato guerra al Giappone. Il 15 agosto del 1945 l'imperatore Hirohito offre una resa senza condizioni e il 2 settembre del 1945 E firmato l'armistizio ed è la fine della guerra. I morti della seconda guerra mondiale sono stati più di 50.000.000 (una cifra cinque volte superiore a quella dei morti della Grande Guerra). Dei circa 15 milioni di militari uccisi, oltre 10 milioni sono morti sul solo fronte russo. 35 milioni di morti circa sono civili e di questi civili 6 milioni sono ebrei. Sono uomini, donne e bambini morti a causa delle carestie, sotto i bombardamenti, nei campi di concentramento di sterminio oppure durante i massacri indiscriminati. Un dolore immenso grava sull'Europa e su altre parti del mondo e sembra quasi impossibile che la vita possa riprendere. Ma come è successo altre volte (dopo la peste nera, dopo le guerre di religione, dopo le guerre napoleoniche e dopo la Grande Guerra), i superstiti hanno voglia di dimenticare e di gioire anche solo per il semplice fatto di essere ancora lì.

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